Violenza sulle donne: non dimentichiamo San Salvador Atenco

Undici anni dopo gli episodi di tortura sessuale inflitta da rappresentanti delle forze di polizia nei confronti di almeno 11 donne, il Messico ne risponde di fronte alla Corte interamericana dei diritti umani

Luca Martinelli
2 min readNov 23, 2017
Dal profilo Facebook Atenco FPDT

“Pochi giorni dopo l’operativo di San Salvador Atenco del 4 maggio 2006, Enrique Peña Nieto, allora governatore dell’Estado de México, fece una dichiarazione pubblica che ebbe una grande eco sulla stampa. Con le sue parole, quello che oggi è il presidente della Repubblica, delegittimava la voce delle donne, la denunce delle violenze sessuali, dicendo che erano delle bugiarde, e che avevano letto nei manuali dei gruppi sovversivi il consiglio di denunciare di esser state violentate in stato di fermo. Questa stigmatizzazione ebbe un impatto sull’inchiesta, che venne archiviata pochi mesi dopo. Anche questo fu un modo per ‘ostruire’ la richiesta di giustizia. Ed oggi vogliamo che queste responsabilità vengano investigate”.

Questo è un estratto dalla mia intervista con Araceli Olivos Portugal, un’avvocata del Centro diritti umani “Miguel Augustin Pro” di Città del Messico. Araceli segue il giudizio contro lo Stato messicano per i fatti di Atenco, in corso di fronte alla Corte interamericana per i diritti umani. Il “caso” di undici donne che accusano il governo per violenza sessuale e tortura.

Undici anni dopo, infatti, la violenza barbara di San Salvador Atenco aspetta ancora giustizia. E se non vi ricordate che cosa accadde (ma la foto in apertura è indicativa), cercate domani il mio articolo su Osservatorio Diritti.

Qui puoi ascoltare la mia intervista andata in onda venerdì 24 ad Esteri, su Radio Popolare (dal minuto 6').

Qui invece puoi ascoltare la mia intervista a Radio Onda d’Urto.

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Luca Martinelli

Giornalista professionista. Mi occupo dell’ufficio stampa della Strategia Nazionale Aree Interne. Appassionato di vini naturali, collaboro con GluGlu Wine